MESSAGGI

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Non ti dimenticherò, mia povera terra

Suor Faustina ha annotato nel suo Diario che la sua missione è parlare agli altri della bontà di Dio e convincerli a fidarsi della Sua misericordia. Ha aggiunto che questo è il suo scopo in questa vita e nella prossima (1325).

Nel 1993, durante la beatificazione di suor Faustina, il Papa ha espresso ammirazione per il suo straordinario ruolo nel mondo. Ha affermato che la sua missione non si è conclusa con la sua morte, ma si è diffusa oltre i conventi, propagandosi in tutto il mondo come onde radio, raggiungendo tutti i continenti.

Durante la canonizzazione a Roma, circa 250.000 pellegrini provenienti da varie parti del mondo hanno confermato la verità di queste parole. In questa ondata infinita di persone, desiderose di baciare le reliquie della santa del convento di Cracovia, si vedeva il segno del compimento della promessa:

"Canterò un inno alla Tua misericordia ai piedi del Tuo trono. Non ti dimenticherò, povera terra – anche se sento che mi immergerò immediatamente in Dio come in un oceano di gioia. Ma ciò non mi impedirà di tornare sulla terra per incoraggiare e spingere alla fiducia nella misericordia divina. Anzi, l'immergersi in Dio mi darà possibilità illimitate di agire" (1582).

Come non riflettere sui "ritorni sulla terra" promessi dalla nostra santa connazionale, osservando le sue consorelle venute alla canonizzazione da Varsavia, Cracovia e Płock?

"Di cosa ti preoccupi?" – chiese Gesù a suor Faustina, che inutilmente si preoccupava del fatto che alcuni sarcasticamente la chiamavano "santa". "In effetti lo sei; presto lo dimostrerò io stesso e gli altri ti chiameranno allo stesso modo, ma con amore"...

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Non arrenderti!

Per me, l'inizio di novembre è sempre il periodo più doloroso dell'anno. I ricordi mi travolgono, e al cimitero mi sento sporco, umiliato, indegno... I pensieri del fatto che con queste mani ho ucciso un altro essere umano, e della sua famiglia da qualche parte, mi tormentano. Il dolore ritorna, e in quei momenti la preghiera diventa il mio rifugio, la mia forza. Credo che Gesù mi abbia perdonato, ma continuo a lottare con il perdonarmi da solo. In quei momenti mi chiudo in camera, medito, piango e parlo con Gesù. Ogni anno queste emozioni sono più forti...

Ora ho una famiglia - una moglie, due figli, e il terzo è in arrivo. La famiglia è sempre stata la cosa più importante per me, soprattutto perché non ne ho mai avuto una vera. In prigione sognavo di creare una vera casa, dove tutti si riuniscono insieme per il pranzo domenicale o per la Vigilia.

Quando mi sento sopraffatto, quando penso di non farcela, mi alzo di notte, mi siedo accanto ai bambini che dormono, li prendo per mano e in quel momento trovo la forza per continuare ad essere una buona persona. Il fatto che imparo ad amare e a trarre forza dal loro amore, è per me una fonte di sostegno e rinnova la mia fede nella vita.

In ogni casa c'erano pantofole, tranne che a casa nostra

Sono cresciuto in una casa dove la povertà era un ospite costante. Cinque fratelli, mia madre - un'assistente dura al lavoro, che a volte lavorava anche 16 ore al giorno, e io. Conoscevo il sapore della fame, il freddo senza scarpe e giacca, e persino il furto. Quando ero un bambino, rubavo il carbone per scaldare la casa.

La mia infanzia non era ricca di giocattoli o gioia, ma fino all'età di tredici anni ero un bambino calmo e disciplinato - finché non ho conosciuto l'alcol...

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Legame Sacramentale dell'Amore

L'amore, come la più nobile delle vocazioni a cui Dio ci chiama, trova la sua manifestazione nel matrimonio o nella vita in castità. Il centro e la fonte di questo amore è Gesù Cristo, che è incessantemente presente nel sacramento del matrimonio, così come in tutti gli altri sacramenti, conferendo loro una profonda dimensione spirituale e collegandoci alla divinità.

"Icona dell'Amore: Il Sacramento del Matrimonio e il Suo Riflesso nella Trinità" Nel sacramento del matrimonio, gli sposi diventano non solo un simbolo, ma veramente un'icona della Trinità. Il loro amore reciproco e sacrificale, espresso negli atti matrimoniali, li fa partecipare alla vita e all'amore dell'unico Dio nella Trinità. Da qui, la convivenza degli sposi non è solo un fenomeno fisico, ma un atto sacro, che simbolizza il loro amore profondamente radicato, che riflette l'amore di Cristo.

Questa concezione dell'atto matrimoniale è stata chiaramente sottolineata nell'insegnamento di San Giovanni Paolo II. Il Papa ha enfatizzato che il momento in cui un uomo e una donna si donano reciprocamente non è puramente biologico. Tocca piuttosto l'essenza stessa dell'umanità, esprimendo l'unico aspetto della persona umana, la cui natura è intrinsecamente legata all'amore divino.

Solo quando gli sposi si trovano in stato di grazia santificante dovrebbero prendere decisioni così importanti. Quando i loro cuori sono veramente colmi d'amore, solo allora possono trasmetterlo autenticamente l'uno all'altro.

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La Scoperta del Sentiero di Martin

Martin, cresciuto in una famiglia ebraica dalle regole severe e ortodosse, non aveva mai prima riflettuto su altri percorsi spirituali. Quando compì 18 anni, la sua vita cambiò improvvisamente. Durante una lezione quotidiana a scuola, una compagna di nome Julie menzionò Medjugorie. Fu per lui qualcosa di completamente nuovo e affascinante. Quel singolo momento, quella singola conversazione, aprirono a Martin le porte di un mondo completamente nuovo, che mai prima aveva attraversato la sua mente.

Martin, crescendo in una famiglia ebraica ortodossa e severa, era immerso in tradizioni che non lasciavano spazio a deviazioni. Non aveva mai sentito parlare di Gesù e Maria, e il suo diciottesimo compleanno ha segnato un periodo cruciale nella sua vita.

Scoprì Medjugorie da Julie, una compagna di scuola, che sembrava irradiare una luminosità e una gioia celesti. Il suo entusiasmo e i cambiamenti positivi che Martin osservò in alcuni amici grazie a Medjugorie (una vita migliore, riconciliazione, più amore), influenzarono lui e iniziò a considerare se credere in lei.

"Credevo in Dio," confessò Martin, "ma era una fede culturale, non personale. Gesù era per me un 'falso profeta' - così mi è stato insegnato. Solo leggendo il Nuovo Testamento, ho capito che era un Profeta pieno d'amore e di straordinaria saggezza."

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